Cloro in piscina VS virus e batteri
Oggi incontriamo un esperto di virus e batteri: il dottor Luigi Fratini, microbiologo responsabile del laboratorio accreditato che da più di 20 anni esegue le analisi dell’acqua per la nostra azienda.
Nelle scorsa pillola abbiamo visto che, come da indicazioni dell’Accordo Stato-Regioni, periodicamente vengono svolte le analisi dell’acqua della piscina.
Cosa si cerca nell’acqua?
I principali parametri batteriologici ricercati nelle analisi sono:
- La carica microbica attiva. Un determinato volume di acqua prelevata in vasca viene posizionata su una piastra di Petri contenente terreno non selettivo e incubata a due diverse temperature. Allo scadere del tempo si andrà a contare tutte le colonie formatesi indipendentemente dal tipo di batterio. Nel terreno incubato a 22°C i batteri cresciuti sono presenti nell’ambiente, il valore di limite è di 200 ufc (unità formanti colonia) per ml. I batteri del terreno a 36°C provengono dall’uomo e il valore limite è di 100 ufc/ml.
- Escherichia Coli e enterococchi sono batteri che provengono dall’uomo e in particolare dall’intestino dove fanno parte della flora batterica. All’interno dell’intestino non provocano danni, ma se si localizzano in altri distretti corporei, es. vie urinarie o respiratorie possono dare luogo ad infezioni. Devono essere totalmente assenti nell’acqua.
- Gli Stafilococchi vivono sulla superficie della nostra pelle e hanno la funzione di renderla morbida e idratata. In caso di inalazione o ingestione possono portare ad infezioni. Il valore limite è di 1 ufc/ml. La loro presenza sulla nostra pelle è uno dei motivi per cui è buona norma fare la doccia prima di entrare in acqua. In questo modo una parte viene rimossa e si abbatte la carica batterica che ciascuno di noi porta in acqua.
- Pseudomonas Aeruginosa è un batterio ambientale, normalmente non è pericoloso ma in presenza di ferite o di accumulo nelle cavità (es. orecchie) può dare infezioni. Anche in questo caso il valore di riferimento è 1 ufc/ml.
Nota importante!
Quando l’acqua in cui nuotiamo rientra nei parametri stabiliti è garantita la salubrità dell’ambiente. Le infezioni sopraggiunte sono conseguenza di comportamenti scorretti di igiene personale.
Spiego meglio: se dalle analisi dell’acqua il valore della Pseudomonas Aeruginosa è pari a 0, l’eventuale otite non è causata dall’acqua della piscina, ma dalla proliferazione dei batteri che abitano nel condotto uditivo a contatto con l’acqua che resta nell’orecchio e non viene rimossa al termine della doccia.
L’alterazione nelle analisi di questi parametri può avere tre significati:
- Lo specchio di acqua è troppo /frequentato
- Il sistema di disinfezione/clorazione non è efficace
- Il ricambio di acqua della vasca è insufficiente.
Qualcuno si starà chiedendo se in acqua cerchiamo i virus. La risposta è no, i virus non possono essere cercati perché nell’acqua clorata la loro sopravvivenza è pari a qualche secondo. Ricerchiamo i batteri perché possono sopravvivere qualche fino a qualche minuto.
Come agisce il cloro contro batteri e virus?
I virus sono avvolti da una struttura proteica chiamata capside. In questa superficie sono presenti delle piccole ancòre chiamate “spike” di cui tanto sentiamo parlare alla televisione o sui social, che sono i punti di aggancio alla cellula ospite. All’interno del virus troviamo il genoma che una volta entrato, “inganna” il sistema riproduttivo dell’ospite portandolo a produrre nuove copie del virus che poi escono dalla cellula uccidendola o danneggiandola. Non sono considerati dei veri e propri essere viventi per questo motivo sopravvivono poco nell’ambiente.
I batteri, invece, hanno una membrana di natura proteica che racchiude un vero e proprio organismo vivente in grado di riprodursi e di assolvere le funzioni biologiche in autonomia per questo riescono a sopravvivere nell’ambiente.
Il cloro ha un’importante azione sulla parte esterna degli agenti patogeni. Con il suo potere ossidante denatura le proteine del rivestimento e forma dei buchi da cui esce il materiale necessario a virus e batteri per sopravvivere e che consente loro di replicarsi.
Questo è un motivo per cui i virus sono molto facili da distruggere fuori dal corpo, ma allo stesso tempo, se non trovano ostacoli hanno un’alta capacità di nuocere l’organismo che infettano.
Il cloro in piscina ha la stessa funzione del cloro nella candeggina che utilizziamo nelle pulizie domestiche, e dell’alcool per la sanificazione delle superfici.
Due differenze: la periodicità e la concentrazione. Il pavimento di casa lo laviamo una volta al giorno con l’azzeramento della carica batterica o virale. Nella giornata la carica potrebbe ricrescere, invece, in piscina, l’azione del cloro è sempre costante e monitorata.
Inoltre, nei prodotti per l’igiene la percentuale di cloro è inferiore e dipende dalla diluizione in acqua che noi usiamo, in piscina la concentrazione è più alta e stabile nel tempo grazie alle centraline di monitoraggio.
Ringraziamo il dott. Fratini, nuotatore affezionato del nostro impianto, con la certezza che se lui è il primo a tuffarsi nella nostra acqua allora ci possiamo fidare!
E soprattutto il coronavirus nell’acqua clorata non sopravvive!
L’acqua clorata non funge da veicolo di trasporto e amplificazione del virus per cui la piscina è un ambiente sicuro in cui continuare a praticare attività per la nostra salute.