Come l’acqua è diventata casa: il percorso inaspettato di Edoardo
Tra nuoto e basket, Edoardo Rampazzo ha trovato la sua strada nelle piscine di Vicenza, scoprendo come trasformare una sfida in una vittoria personale.
In questo articolo vedremo:
- L’acqua ci è amica
- Tra nuoto e disciplina
- Affrontare stress e pressione: strategie di un nuotatore competitivo
- Consigli per giovani atleti: cosa sapere prima di impegnarsi nello sport competitivo
Originario di Campodoro, in provincia di Padova, Edoardo Rampazzo non sembrava destinato a diventare un nuotatore. Da bambino, l’acqua non lo interessava particolarmente; infatti, non vedeva l’ora di terminare i corsi di nuoto per poter scappare a gambe levate il prima possibile dalla piscina.
Diviso tra il nuoto e il basket, sport amato e praticato dalla sua famiglia, Edoardo ha passato la sua infanzia in una doppia lotta sportiva. Con il tempo, però, proprio l’elemento che tanto detestava – l’acqua – si è dimostrato uno spazio amico, diventando la sua principale passione.
L’inizio delle scuole superiori ha segnato un altro capitolo della sua vita: studiando a Vicenza, si è trovato a dover bilanciare lo studio e gli allenamenti tra due città. Ed è proprio la sfida logistica che lo ha spinto ad iniziare ad allenarsi alle Piscine di Vicenza.
In questa intervista, scopriremo come Edoardo ha trasformato la sua antipatia per l’acqua in una fonte di ispirazione e successo, diventando un esempio di come la passione possa emergere anche laddove meno ci si aspetta.
Nel mondo dello sport agonistico, l’impegno e la dedizione sono fondamentali. Come credi che il nuoto agonistico abbia contribuito alla tua crescita personale e allo sviluppo del tuo carattere? Hai degli esempi specifici di come queste qualità si siano dimostrate essenziali nella tua vita quotidiana?
“Il nuoto agonistico mi ha forgiato sin da giovane, insegnandomi il valore dell’impegno costante. Allenarmi sei giorni a settimana mi ha abituato a una disciplina ferrea, che ha trovato applicazione anche fuori dalla piscina. Questa costanza mi ha reso una persona responsabile, capace di portare a termine i compiti assegnati, sia a casa che a scuola. La lezione più preziosa che ho imparato è semplice ma fondamentale: quando ci si assume un impegno, bisogna portarlo a termine con serietà e dedizione”.
Nella tua esperienza, come hai applicato le lezioni di rispetto per gli avversari e di autonomia nello sforzo personale, apprese in piscina, nelle tue interazioni quotidiane e nella gestione degli obiettivi personali al di fuori dell’ambiente sportivo?
“Il nuoto mi ha profondamente insegnato il rispetto per gli avversari, un rispetto che va oltre le prestazioni in acqua. Questo include sia coloro che hanno superato le mie prestazioni, sia coloro che hanno incontrato maggiori difficoltà nel raggiungere i loro obiettivi. Questa lezione si estende a tutti gli aspetti della mia vita, rispettando ogni persona che incontro, indipendentemente dal contesto”.
“Inoltre – prosegue Edoardo – il nuoto mi ha insegnato l’importanza di perseguire i miei obiettivi con le mie sole forze.
Questo principio di autonomia e determinazione l’ho portato con me anche fuori dalla piscina: quando mi prefiggo un obiettivo, so che raggiungerlo dipende principalmente dal mio impegno personale”.
Gareggiare a livello agonistico porta con sé una notevole dose di pressione e stress. Potresti condividere come riesci a gestire questi aspetti delle competizioni e illustrare come il nuoto ha contribuito a sviluppare la tua consapevolezza mentale e la tua capacità di affrontare queste sfide?
“Gestire la pressione e lo stress nelle competizioni è un aspetto cruciale, soprattutto a livelli elevati di competizione. Per me, è essenziale l’assistenza di esperti che mi supportino. Dopo gli allenamenti, faccio del mio meglio per staccare completamente dal nuoto, valorizzando i momenti di riposo tanto quanto quelli di preparazione attiva in acqua. Ad esempio, sto per partire per la Coppa del Mondo il prossimo giovedì 23 maggio, e attualmente sono totalmente immerso nella fase di preparazione, senza lasciarmi sopraffare dall’ansia da prestazione.
Lo stress lo affronto solo quando arrivo in piano di chiamata, momento in cui inizio a concentrarmi realmente sulla competizione”.
“Il nuoto – continua Rampazzo – mi ha anche insegnato che l’impegno costante può non produrre risultati immediati. È un processo che richiede pazienza, poiché le situazioni possono evolversi rapidamente e i risultati significativi possono emergere quando meno te lo aspetti.
Questa consapevolezza è immensamente gratificante e cruciale per mantenere la motivazione.
Potresti descrivere la tua routine quotidiana di allenamento e spiegare in che modo questa disciplina incide sul tuo benessere fisico e mentale, considerando anche gli aspetti di sacrificio e gestione del tempo?
“La mia giornata inizia presto, sveglia alle 5:40 e sono in piscina entro le 6:45 per iniziare l’allenamento dalle 7:00 alle 9:00. Dopo, torno a casa per riposare fino a mezzogiorno, poi pranzo e ritorno in piscina per un secondo turno in acqua dalle 14:00 alle 16:00. Integro la mia routine con la palestra tre volte a settimana: lunedì, mercoledì e sabato. Lunedì, martedì, giovedì e venerdì prevedono una doppia sessione di allenamento, mentre il mercoledì e il sabato mi limito ad allenarmi solamente la mattina”.
“Questa rigida routine – spiega Edoardo – non solo mantiene il mio benessere fisico, tenendomi attivo e in salute, ma comporta anche sacrifici significativi.
Non ho potuto vivere pienamente la mia adolescenza e ho dovuto limitare le mie passioni a un solo altro hobby, il basket.
La sfida non riguarda solo l’attività fisica in acqua, che è una parte dell’equazione. Include anche una dieta attentamente bilanciata, il supporto continuo da parte di un professionista per la salute mentale e un’attenzione costante nell’evitare gli eccessi”.
Per i giovani atleti che stanno valutando di impegnarsi nel nuoto agonistico o in altri sport a livello competitivo, quali consigli vorresti condividere? C’è qualcosa che avresti voluto sapere prima di intraprendere questo percorso?
“Il mio principale consiglio per chi si avvicina al mondo dello sport agonistico è quello di stabilire degli obiettivi chiari e procedere gradualmente per raggiungerli. È essenziale tenere in mente i sacrifici e l’impegno necessari. Occorre una forte determinazione e la volontà di prendere questo cammino con serietà, spesso mettendo lo sport al primo posto, prima di molte altre attività”.
“Un altro aspetto cruciale – conclude – è la passione: non importa quanto talento si possieda; se lo sport viene svolto controvoglia, è improbabile ottenere risultati soddisfacenti, soprattutto dal punto di vista psicologico. Queste sono lezioni che ho imparato lungo il cammino e che avrei voluto comprendere meglio all’inizio della mia carriera.
Articolo scritto da: Veronica Zin