Il magico mondo dell’acquaticità neonatale
Come anticipato nella “Pillola dall’acqua” precedente, oggi parleremo dell’Acquaticità Neonatale: un percorso che comincia dai tre mesi e si conclude a tre anni, con la possibilità per entrambi i genitori di entrare in acqua con il proprio bambino fino ai 14 mesi. Un’opportunità meravigliosa che bimbi e genitori hanno per stare assieme e condividere un’esperienza intima, divertente ma allo stesso tempo molto utile.
Perché portare un bambino così piccolo in piscina?
Oltre ad essere un momento carico di emozioni, portare in acqua un neonato fin da subito ha molti benefici, primo fra tutti la sua precoce autonomia in acqua di cui vi abbiamo già parlato nello scorso articolo.
Nell’ambito fisico, l’attività in acqua, rinforza tutti gli apparati del corpo compreso quello immunitario, stimola l’equilibrio, l’agilità e la coordinazione. I benefici non coinvolgono solo il corpo ma anche mente, relazioni ed affettività.
Nell’ambito cognitivo possiamo inserire tutti gli stimoli, uditivi, visivi, tattili che portano i bambino a ricercare adattamenti e quindi a sviluppare la sua intelligenza, ma anche la stimolazione delle capacità logiche quali discriminazione, riconoscimento, associazione, numerazione, ordinamento. Molti dei giochi sperimentati in acqua diventano attività che il genitore può riproporre a casa.
Da non sottovalutare tutti gli aspetti affettivi/relazionali quindi il lavoro sulla percezione del proprio corpo che aiuta sviluppare la fiducia in sé e nelle proprie capacità e quindi l’autostima. È sicuramente un tempo esclusivo e dedicato che la coppia genitore/bambino può concedersi nel corso della settimana, ma nello stesso momento è un’esperienza di socializzazione con gli altri bambini e genitori dove si sperimenta la condivisione dei materiali e delle esperienze.
Per i piccolissimi, immersi nell’acqua, avvolti e sostenuti dalle braccia di mamma e papà, è sicuramente un ritrovare le sensazioni della vita prenatale.
Le lezioni di Acquaticità Neonatale, sono strutturate in base allo sviluppo e alle esigenze del bambino, per ogni fascia d’età ci sono obiettivi differenti e ben definiti.
Ora vediamo in breve come si suddividono i gruppi, le tappe di crescita del bimbo e quello che proponiamo in acqua per andarle a stimolare.
Il primo corso, chiamato ROBERTINO CANGURINO, comprende la fascia dai 3 ai 5 mesi, è il periodo del controllo del capo, della messa a fuoco, della presa dell’oggetto e della presenza del riflesso di apnea.
Nel secondo step, PAOLINO GATTINO, che va dai 6 ai 8 mesi, a seguito dell’acquisizione della stazione seduta, della capacità di strisciare e gattonare, iniziamo a proporre prese laterali meno contenitive, immersioni sempre più lunghe e l’inserimento di piccoli attrezzi.
In questa fase spesso compare l’angoscia dell’estraneo, quindi è molto importante supportare il bambino nel sperimentare piccole autonomie di spostamento anche separato dal genitore.
Nel terzo percorso, SIMONETTA SCIMMIETTA, che va dai 9 ai 14 mesi, il piccolo protagonista delle nostre avventure acquisisce tappe importanti dello sviluppo motorio come la stazione eretta, la deambulazione e le prime paroline.
Il quarto momento, CRISTALLO PAPPAGALLO, va dai 15 ai 24 mesi, il bambino inizia a sperimentare tutte le sue abilità motorie terrestri: corsa, salti, arrampicate, inizia la fase del gioco per imitazione.
In questa fase è fondamentale cogliere tutta questa carica energetica sia fisica che cognitiva per rinforzare il percorso di autonomia in acqua attraverso percorsi e giochi strutturati che portino il bambino a sperimentare piccoli spostamenti anche senza sostegni esterni.
Il percorso dell’Acquaticità Neonatale, si chiude con il quinto step chiamato NAPOLEONE LEONE, che va dai 25 ai 36 mesi, ma in realtà è solo l’inizio di una nuova avventura che proietta il bambino nei primi rudimenti della scuola nuoto.
In questa fase il bambino sperimenta a pieno la sua motricità, acquisisce il controllo degli sfinteri, inizia a comporre frasi semplici e si proietta nel gioco simbolico. In acqua i giochi proposti diventano più strutturati secondo una programmazione settimanale in cui l’obiettivo principe resta sempre l’autonomia dagli attrezzi. Si iniziano a inserire le bolle, la posizione a dorso e stellina propedeutiche al galleggiamento autonomo.
Ruolo importante in questo percorso è quello dell’istruttore che oltre a programmare le varie lezioni che sono suddivise in diversi temi settimanali, con obiettivi ben precisi, propone le varie attività rispettando i tempi del bambino e del genitore con cui instaurerà un rapporto di fiducia reciproca per vivere al meglio e con serenità questa splendida avventura!”
Grazie Elisa e sperando di avervi incuriosito con il suo racconto, vi diamo appuntamento alla prossima settimana per proseguire IL VIAGGIO NELLA SCUOLA NUOTO PRESCOLARE. Come sempre aspettiamo i vostri commenti, dubbi, curiosità nei commenti al post della nostra pagina FB oppure alla mail amavivinuota@piscinedivicenza.it.