La Rana
Ritroviamo Federico a poche ore dalla partenza per il Trofeo Internazionale di Roma, il Sette Colli, dove accompagnerà Massimiliano e Pier Andrea Matteazzi al consueto appuntamento dei 200 e 400 misti e Edoardo Bressan con i 100 e 200 rana.
E proprio della tecnica della nuotata a rana parleremo oggi con coach Benda!
La rana è in assoluto lo stile più tecnico. Tra le quattro nuotate è l’unico in cui la gambata ha un’azione propulsiva maggiore rispetto alla bracciata. Per questo motivo è fondamentale concentrarsi sulle gambe ottimizzando la tecnica fino dai primi rudimenti della nuotata.
La gambata:
La gambata a rana inizia con la flessione della gamba con i talloni che si avvicinano ai glutei, i piedi ruotano all’esterno nella posizione cosiddetta a martello, le ginocchia si allargano fino all’apertura delle spalle. Con un movimento in accelerazione si distendono le gambe riunendole. La prima parte della gambata, fatta in immersione, sposta l’acqua nella direzione contraria all’avanzamento motivo per cui deve essere fatta lentamente. Nella seconda fase, detta di spinta, la capacità di mantenere il piede extraruotato e distenderlo nella parte finale, quando si è raggiunta la massima accelerazione, determina l’efficacia dell’azione propulsiva.
Gli errori più comuni sono flettere e distendere le gambe alla stessa velocità, muovere gli arti in maniera asimmetrica o sforbiciando, non ruotare i piedi prima di calciare, non riunire le gambe al termine del movimento.
La bracciata:
La bracciata a rana fornisce al capo il sostegno per emergere dall’acqua per respirare, in modo che bacino e gambe non affondino a seguito dell’emersione della testa. Per la caratteristica del movimento ha tre fasi: presa, trazione e recupero, manca, quindi, la fase di spinta come negli altri stili. Un errore da evitare è iniziare la fase di recupero della bracciata, che avviene in immersione e quindi anche in questo caso nel senso contrario dell’avanzamento, nello stesso momento in cui si inizia la fase di flessione delle gambe. Questo determina un arresto dell’avanzamento del nuotatore oltre che un affondamento del corpo.
Negli ultimi anni, in realtà, la bracciata sta assumendo sempre più importanza, oggi viene utilizzata sempre di più come elemento propulsivo.
La rana è l’unico stile discontinuo
Per sfruttare al meglio la potenza della gambata è inserita una pausa durante il quale l’atleta scivola nell’acqua in posizione idrodinamica. La durata della fase di scivolamento dipende dalla velocità della nuotata: minore è la velocità, maggiore sarà il tempo dedicato al scivolamento e viceversa. Per avere un ottimo scivolamento la posizione del corpo deve essere più allungata possibile in modo da ridurre la superficie di attrito con l’acqua.
Se si vuole avere una nuotata efficace, bisogna riuscire a coordinare la bracciata con la gambata e lo scivolamento, un atleta può avere una bracciata e una gambata potenti, ma se non riesce a dare il giusto ritmo alle tre fasi, la sua potenza non serve a nulla!
La coordinazione nella nuotata dipende da diversi fattori, ad esempio: velocità della nuotata, caratteristiche fisiche dell’atleta, lo stile di nuotata.
Per un principiante spesso la rana è lo stile più economico dal punto di vista energetico, al contrario a livello agonistico è considerato lo stile che fa consumare più calorie ad un atleta, proprio per l’alto livello di coordinazione che richiede.
In Italia:
Nella disciplina della rana, l’Italia vanta una grande tradizione a partire da Domenico Fioravanti, primo italiano a diventare campione olimpico in corsia e primo atleta a vincere la combinata 100-200 rana in un’edizione dei Giochi Olimpici (Sidney 2000). 1.00.46 nei 100 rana e 2.10.87 nei 200 rana furono i suoi tempi personali che gli permisero di vincere DUE ORI OLIMPICI!
Attualmente la stella italiana della rana mondiale è Benedetta Pilato, che all’età di 14 anni e 6 mesi è stata l’azzurra più giovane a debuttare in un campionato mondiale, battendo il record di precocità di Federica Pellegrini. Attualmente è campionessa europea in carica e primatista mondiale sui 50 metri con 29.30 anche se questa distanza, purtroppo non è fra le gare in programma alle Olimpiadi.
Una particolarità che contraddistingue la nostra Nazionale è che nei 100 rana femminili ben tre atlete hanno conseguito il tempo limite per partecipare ai prossimi giochi Olimpici di Tokyo e questo dimostra il nostro valore assoluto in questo stile!
Purtroppo solo due atlete per Nazione possono partecipare alla stessa gara, proprio in occasione del Trofeo Internazionale Sette Colli, Benedetta Pilato, Martina Carraro e Arianna Castiglione si giocheranno il tutto per tutto.
A livello maschile non è da meno Nicolò Martinenghi che con 58.75 detiene il record italiano assoluto e che a Tokyo proverà a portar via lo scettro di uomo di più veloce al mondo nei 100 rana, Adam Peaty (56.88)
Grazie Federico per questa panoramica su uno stile che per molti bambini è quasi spontaneo abituati a galleggiare spingendo con i piedini a martello, per altri invece è un ostacolo non indifferente proprio a causa di un movimento del piede così diverso rispetto a tutti gli altri stili.