L’esercizio fisico in acqua
Oggi dovevamo parlarvi delle differenze fra l’esercizio fisico in acqua e a terra, ma Anna Rita Misciglia, referente del settore fitness del nostro impianto e presenter EAA, ci ha “bacchettati” perché prima di parlare di differenze è importante cogliere il significato profondo dell’esercizio fisico in acqua, quindi lasciamo a lei la parola in questo bellissimo articolo scritto con profonda passione per l’acqua e competenza tecnica.
“La parola Aquafitness è entrata nel lessico abituale delle persone, non più solo degli addetti ai lavori. Spesso, con essa, al pari di quanto succede per il fitness terrestre, si vogliono raggruppare una grande varietà di attività legate all’esercizio fisico in acqua.
A differenza del fitness terrestre, però, la componente aggiunta, l’acqua, rappresenta molto di più del semplice ambiente nel quale queste attività vengono svolte. Torna utile una breve riflessione sulla parola Aquafitness o H20fitness dove il simbolo chimico dell’acqua ci ricorda che abbiamo a che fare con un fluido con caratteristiche ben precise e questo è il punto di partenza.
Proviamo ora ad andare oltre, a non fermarci sulla parola ed addentriamoci sulla sostanza dell’attività.
I vantaggi, dell’attività in ambiente acquatico, rimangono tali se operiamo con precisione, altrimenti si ridimensionano notevolmente.
Parliamo di sensazione di leggerezza di un corpo immerso, anche parzialmente, in acqua. Bene, è verissimo, ma quanti prestano veramente attenzione a tale situazione?
Questa sensazione va alimentata, con esercizi che diano modo e tempo di apprezzarla, riuscendo a percepire pienamente il significato della spinta idrodinamica verso l’alto, che toglie, virtualmente, peso al corpo.
La legge di Archimede ci dice che: “un corpo immerso in acqua riceve una spinta dal basso verso l’alto di intensità paragonabile al peso del volume del liquido spostato”. Proviamo ad andare in “profondità” del suo significato: quando entriamo in acqua, diventiamo parte di essa, entriamo in un mondo che viene ordinato da leggi ben precise, dove non siamo noi a dettare le regole, possiamo solo rispettarle ed adeguarci.
Non giova cercare di imporre i nostri ritmi, la nostra forza: non si lotta con l’acqua, ci si parla! In un esercizio di fantasia, ciò che dovremmo fare è dialogare con lei, come se, in ogni momento chiedessimo il permesso di muoverci. Se siamo bravi, dovremmo “percepire” una risposta simile: “ok, muoviti pure, io ti sostengo! “.
È un dialogo muto, fatto di sensazioni e di emozioni, che possono essere positive ed accattivanti ma, allo stesso tempo, diventare spiacevoli ed ostili. Coloro che galleggiano tranquillamente si sentono sorretti ed aiutati; chi non lo fa, sente l’acqua ostile e pericolosa.
Avere ben impresso il semplice schema che ci ricorda di quanto si riduce, in percentuale, il peso del corpo in immersione, è quanto mai indispensabile: fino al collo del 93%, fino al petto del 66%, fino all’ombelico del 50%, fino al bacino del 34%, fino a metà coscia del 20%.
Tali percentuali possono cambiare leggermente, in relazione alla struttura corporea di un soggetto, intesa come rapporto tra le varie parti, come densità ossea, come percentuale tra massa grassa e massa magra e relativa distribuzione nel corpo.
La resistenza in acqua è determinata da diversi fattori: la velocità del movimento, la lunghezza delle leve (aumenta la superficie di contatto con l’acqua), il range of motion degli esercizi sono alcuni degli aspetti da tenere in considerazione.
Attenzione: un’eccessiva velocità dei movimenti non è sinonimo di precisione, di percezione di sensazioni, si esce dal mondo di un’ esecuzione cosciente per entrare in uno di ripetitività, di automatismo, che ha poco di acquatico.
In tutto questo gioco di sensazioni e percezioni giocano un ruolo fondamentale l’esperienza in acqua della persone che brevemente possiamo riassumere nel termine acquaticità e la competenza del tecnico nel saper miscelare, durante la lezione, la giusta ricetta di esercizi per far si che il lavoro cardiovascolare e muscolare risultino veramente efficaci.”
Ringraziamo Anna Rita per averci introdotto nel magico mondo dell’acquafitness
Vi aspettiamo con i vostri commenti nel post in FB o alla mail amavivinuota@piscinedivicenza.it e ci aggiorniamo alla prossima settimana con il nostro viaggio nelle POTENZIALITA’ E LIMITI DELL’ESERCIZIO IN ACQUA.
STAY TUNED!