Lo stile libero o crawl
Oggi iniziamo una nuova avventura a puntate che ci proietta nella tecnica del nuoto.
A svelarci tutti i segreti delle varie nuotate non può che essere Federico Benda, il responsabile tecnico della nostra scuola nuoto, nonché allenatore della punta di diamante del nuoto vicentino, Pier Andrea Matteazzi. Direi che ha proprio le carte i regola per spiegarci come si nuota a crawl!
LO STILE LIBERO O CRAWL
In origine lo stile libero era il nome della competizione in cui ogni nuotatore poteva scegliere di nuotare nello stile che preferiva. C’era chi affrontava questa gara a dorso, chi a rana e chi utilizzava i movimenti più disparati delle braccia.
Successivamente, nelle gare di stile libero, tutti hanno iniziato a nuotare a crawl alternando in maniera asimmetrica il movimento di braccia e gambe per nuotata più efficace in termini di velocità.
Ad oggi gli atleti italiani più rappresentativi all’Olimpiade di Tokyo sono la nostra immensa Federica Pellegrini che tutti noi ricordiamo ospite nella nostra piscina in un tuffo con i bimbi del CAS qualche anno fa.
Federica detiene il record del mondo nei 200 stile da X anni. In campo maschile chi non ha sentito parlare del mitico Gregorio Paltrinieri, campione olimpico del 1500 mt che, in questa stagione, si è lanciato nel nuoto di fondo vincendo ai campionati europei di Budapest.
Un ricordo speciale lo riserviamo a Giorgio Lamberti, che per 20 anni è stato l’uomo più veloce del mondo nei 200 stile!
Qualche tempo? L’uomo più veloce del mondo nei 50 stile è Cielo Cesar che percorre la distanza in 20.91 secondi, la Pellegrini andrà a Tokyo per difendere il suo 1.52.98 sui 200 mt, mentre Gregorio Paltrinieri è diventato campione olimpico dei 1500 mt con un tempo di 14.33.10.
Tecnica della nuotata: la bracciata
La bracciata nel crawl è la fase propulsiva della nuotata. Nel gesto possiamo identificare quattro fasi: la presa, la trazione, la spinta e il recupero.
La presa
L’ingresso della mano in acqua avviene con le dita in modo da impostare una traiettoria corretta. Mentre la mano entra in acqua, all’altezza delle spalle, il gomito è ancora leggermente flesso. La mano si infila in acqua a poca profondità , seguita dall’avambraccio. Il palmo della mano è chiuso e rivolto verso l’eterno mentre si inizia a “prendere l’acqua”. In questa prima fase di bracciata è molto importante l’ottimale posizionamento del gomito e l’esecuzione del rollio delle spalle.
La trazione
Durante la trazione subacquea la mano deve essere fatta passare perpendicolarmente alla spalla e non verso la spalla opposta o sotto alla pancia. Questo tipo di errore è molto frequente e porta ad una rotazione eccessiva del corpo che destabilizza l’assetto, deriva da una pausa di respirazione troppo lunga. La direzione di trazione è parallela all’asse di avanzamento in modo che la mano e l’avambraccio possano trovare un saldo punto di trazione sull’acqua. Un’attenzione particolare deve essere riservata al gomito che deve mantenere un angolo che permetta maggiore appoggio della mano con l’acqua.
La spinta
Una volta raggiunto il punto di massima flessione l’avambraccio comincia a stendersi e a realizzare la fase di spinta. Questa parte finale della bracciata è molto importante ma è quasi sempre trascurata dalla maggior parte dei nuotatori. La mano, dopo la fase di trazione, deve uscire da l’acqua sotto all’anca con il gomito quasi teso. La fase di spinta è la più efficace ai fini propulsivi. Molto importante, per la buona riuscita del gesto tecnico è che non ci siano pause tra la fase di spinta e il recupero aereo del braccio.
Il recupero
Il recupero avviene fuori da l’acqua, con il braccio in posizione flessa, il gomito alto, la muscolatura rilassata e con la mano che sfiora la superficie dell’acqua. Inizia al termine della fase di spinta quando per prima la spalla, seguita poi dal braccio e da l’avambraccio si svincolano da l’acqua senza effettuare pause. L’avambraccio è flesso sul braccio e la mano rilassata.
Tecnica della nuotata: la respirazione
La respirazione dovrebbe essere eseguita sia a destra che a sinistra. La fase di inspirazione avviene con la bocca a termine della fase di spinta durante la prima fase del recupero. Al termine dell’inspirazione il capo torna ad immergersi in acqua, precedendo l’ingresso della mano. L’espirazione avviene per tutta la durata della fase di immersione del capo e può essere effettuata sia con l’ausilio della bocca ce del naso (ma soprattutto con la bocca). Nel nuoto agonistico si preferisce effettuare una espirazione esplosiva al termine della fase di spinta, tecnica questa che insorge spontaneamente in atleti di lungo corso.
Tecnica della nuotata: la battuta di gambe
La battuta di gambe nel crawl ha più un effetto stabilizzatore che propulsore. Le gambe devono quindi essere naturalmente distese con piedi leggermente intraruotati. L’impulso all’avanzamento viene fornito quasi esclusivamente dal dorso del piede nella fase discendente, questo richiede una buona scioltezza della caviglia.
Grazie Federico per averci spiegato nei dettagli la tecnica del crawl, siamo proprio curiosi di osservare le immagini delle Olimpiadi di Tokyo con qualche accorgimento in più, chissà se saremo così bravi da indovinare il tempo prima del cronometro!
Vi aspettiamo nei commenti in FB e alla mail amavivinuota@piscinedivicenza.it, se volete conoscere qualche segreto del mestiere di allenatore e nel frattempo con Federico ci diamo appuntamento a giovedì prossimo con: LA RANA.