Primo Soccorso: arresto cardiocircolatorio
Oggi ultimo appuntamento con Enrico e il PRIMO SOCCORSO e lo dedichiamo ad un evento che forse non ci capiterà mai di assistere ma se dovesse accadere, essere consapevoli può fare molta differenza!
Ogni anno circa 8000 persone subiscono un arresto cardiocircolatorio. Solo il 5 per cento circa sopravvive a un evento del genere al di fuori dell’ospedale.
Le probabilità di salvataggio aumentano se si chiama immediatamente il servizio di soccorso e si avviano le manovre di rianimazione della persona priva di conoscenza.
La misura più importante di primo soccorso è il massaggio cardiaco.
Se vedo una persona che cade o si accascia sulla sedia potrebbe essere in corso un arresto cardiaco.
La prima cosa che devo fare è valutare le condizioni di sicurezza del luogo e avvicinarmi provando a chiamarla ad alta voce o scuoterla se non risponde.
Se non vedo segni di ripresa, allerto immediatamente il 118 perché aspettare di valutare battito e respiro, soprattutto se non esperti potrebbe farci perdere tempo prezioso.
Chiamo immediatamente se sono da solo, in caso ci siano altre persone incarico in maniera decisa una persona specifica di effettuare la chiamata.
Quando comunico con il 118 è fondamentale mantenere la calma.
Comunicare in maniera chiara:
- nome e cognome
- indirizzo preciso del luogo
- numero di telefono da cui sto chiamando
- descrivere ciò che sta accadendo
Più siamo efficaci in questa fase più l’intervento dei sanitari è tempestivo e con personale e attrezzature specifiche.
Ricordiamo che il personale del 118 è addestrato per sostenermi e guidarmi nelle varie procedure ed è importante mettersi in atteggiamento di ascolto.
Ecco cosa mi chiederà il personale del 118:
La persona è cosciente? Per verificare questo posso chiamarla, scuoterla, guardare se qualche parte del corpo si sta muovendo.
La persona respira? Per vederlo posso guardare se il torace si muove aiutandomi ponendo una mano sul torace con accortezza.
Appurato che la persona non si muove e non respira le linee guida internazionali affermano che la persona è in arresto cardiocircolatorio.
Il 118 a questo punto mi chiederà di mettere le mani al centro del torace e iniziare a praticare il massaggio cardiaco:
- Inginocchiatevi accanto al paziente
- Mettete il palmo di una mano sul torace (sterno) e l’altra mano sopra
Braccia tese, spalle perpendicolari sul punto di pressione (questa postura fra mani e corpo vi consentirà, attraverso l’azione compressiva, di trasmettere la massima forza)
Forti compressioni sul centro dello sterno, rilasciare sempre completamente
Da 100 a 120 volte al minuto (= 2 volte al secondo)
Profondità di compressione 5-6 cm
Finché non arrivano i soccorsi o, nel migliore dei casi, finché la persona torna a respirare
Non sarà richiesto di effettuare la respirazione bocca a bocca in quanto è una manovra che funziona se eseguita correttamente, in caso contrario fa solo perdere tempo.
Se siete più persone, datevi il cambio ogni 2/3 minuti in modo che l’azione sia sempre al massimo dell’efficacia.
Il timore potrebbe essere di far male alla persona durante la compressione, infatti può capitare che si fratturino una o più coste, anche lo sterno. Queste lesioni, però non sono letali, mentre non fare nulla comporterebbe di sicuro la morte della persona.
Molte zone della città sono attrezzate con defibrillatori semi automatici che possono essere un supporto fondamentale per il buon esito dell’intervento.
In caso ce ne fossero disponibili nella zona, il 118 ne è a conoscenza e ci chiederà di farlo andare a prendere in caso ci siano altre persone, altrimenti è fondamentale restare con l’infortunato.
Ringraziamo Enrico che ci lascia un ultimo consiglio: riservatevi un piccolo spazio della vostra vita per frequentare un corso di Rianimazione Cardio Polmonare e utilizzo del defibrillatore automatico.
Sono attività che si svolgono presso la Croce Rossa, Croce Verde, la Federazione Italiana Nuoto e in molte altre realtà in cui familiarizzare con le tecniche di primo soccorso compresa la disostruzione delle vie aeree. I corsi durano 5 ore ma possono veramente aiutarci a salvare una vita!
Come sempre vi aspettiamo nei commenti su FB o alla nostra mail amavivinuota@piscinedivicenza.it e ci vediamo la prossima settimana con una serie di articoli sulla tecnica delle nuotate!